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Collana | Intersezioni |
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«La psicoanalisi non necessariamente sopprime la sofferenza, spesso lo fa, ma non è il suo obiettivo fondamentale. Essa lo fa permettendo al soggetto di cercare, di trovare, di precisare, la propria verità e di trovare ciò che vi è di reale nel sintomo e nelle manifestazioni di cui soffre. È questo la psicoanalisi, ed è appassionante.» Così risponde Colette Soler nel corso dell’Intervista a France Culture – Speciale dedicato a Jacques Lacan [1901-1981], che riportiamo in questo numero. Marc Strauss, nel corso della Conferenza Pubblica del Forum, ci ha ricordato che lo psicoanalista, per quanto riguarda la crisi soggettiva, «quanto meno dispone di un dispositivo interpretativo», che può avere il privilegio di guarire il sintomo. Per la crisi economica che viviamo, di cui vediamo ogni giorno i risvolti sulla stessa coesione sociale, lo psicoanalista non può offrire dispositivi direttamente operanti, «ma può essere in riserva, come si dice della riserva degli indiani», e intanto dirci «le cose che non bisogna fare: non bisogna denunciare, denunciare il malessere che, come per qualsiasi denuncia, non fa altro che rafforzare il malessere.» La lamentela e l’accusa fini a se stesse ci impediscono di scorgere la nostra parte di responsabilità e di rimosso nel disagio che lamentiamo.