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Le sujet, désire-t-il ce qu’il veut ?
Il soggetto, desidera ciò che vuole?

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Marginalia

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Martine Menès, pratica la psicoanalisi a Parigi, membro A.M.E. dell’École de Psychanalyse des Forums du Champ lacanien (EPFCL) e insegnante al Collège de Clinique Psychanalytique de Paris e al Collegio di Clinica Psicoanalitica APS, Spazio clinico di Praxis-FCL in Italia a Roma. Coordinatrice della Rete inter­nazionale Enfants et Psychanalyse (REP). Ha lavorato in affidamento familiare, poi in CMPP (centro medico-psico-pedagogico), e continua le sue attività ad hoc di insegnamento. Ha contribuito in numerose riviste e opere à plusieurs, tra cui Violente adolescence, érès, Toulouse 1998; Clinique du suicide, érès, Toulouse 2002; Enfants cachés, analyses et débats, L’Harmattan, Paris 2006. È autrice di Un Trauma Benefico: «La nevrosi infantile», Quaderno di Praxis n° 7, Edizioni Praxis del Campo lacaniano, Prima edizione in italiano Roma 2011, Seconda edizione accresciuta, Roma 2017, [Éditions Nouvelles du Champ lacanien, Paris 2019]; Il bambino e il sapere, da dove nasce il desiderio di apprendere, [ed. Fr. Le Seuil, 2012] Traduzione Praxis-FCL in Italia, Editrice La Scuola, Brescia 2013; Gli incubi, quegli oscuri messaggeri della notte, [ed. Fr. érès, Toulouse 2016], Quaderno di Praxis n° 14, Edizioni Praxis del Campo lacaniano, Roma 2019; La passion de l’indifférence, Éditions Nouvelles du Champ lacanien, Paris 2022.

Collana Marginalia

Seminario CCP-APS 2022-2023

Dans le domaine de la santé mentale, l’extension du diagnostic de dysphorie de genre est dans la logique des ‘modes’ successives et rappelle un phénomène apparu il y a quelques années à propos des diagnostics. Jusque-là ils se décidaient après mûre réflexion, et restaient dans le champ privé du sujet concerné, de son entourage et des soignants. Puis il y a eu une épidémie de dépression, ce plutôt pour les adultes ; ensuite d’autisme, surtout chez les enfants. N’importe qui s’autorise désormais à faire cette sorte de diagnostic devenu quasi banal, par exemple une institutrice devant un enfant mutique. Le moindre comportement d’isolement, de phobie, d’inadaptation au système scolaire, ou l’instabilité confondue avec l’agitation angoissée de certains autistes, mènent à ce diagnostic sauvage.

Nel campo della salute mentale, l’estensione della dia­gnosi di disforia di genere è nella logica delle ‘mode’ che si susseguono e ricorda un fenomeno apparso qualche anno fa in relazione alle diagnosi. Fino ad allora, le diagnosi veniva­no fatte dopo un’attenta valutazione e rimanevano di domi­nio privato del soggetto interessato, del suo entourage e dei curanti. Poi c’è stata un’epidemia di depressione, soprattutto negli adulti, in seguito, di autismo, soprattutto nei bambini. Oggi chiunque si autorizza a fare questo tipo di diagnosi, diventata piuttosto comune, ad esempio un insegnante di fronte a un bambino che non parla. Il minimo comporta­mento di isolamento, di fobia, di disadattamento al sistema scolastico, o l’instabilità confusa con l’agitazione angosciata di alcuni autistici, porta a questa diagnosi selvaggia.